sabato 20 luglio 2013

Partenza imminente - i dettagli dell'Adriatic tour




Lunedì si comincia! Adesso posso svelarvi i dettagli del programma dell'Adriatic tour di cui vi parlavo qui. E' incentrato sul medioevo con il tema "Castelli e fortezze in Adriatico" e inizierà tutto da Ravenna, precisamente dall'Hotel Palazzo Bezzi in cui soggiorneremo (dalle foto sembra bellissimo!)


In questa città che non conosco affatto e che sono curiosissima di scoprire, visiteremo la Biblioteca Classense, il museo del mosaico all'interno della chiesa di San Nicolò, la Basilica di San Vitale, il mausoleo di Galla Placidia, la Rocca Brancaleone e la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo. Inoltre parteciperemo alla "Notte delle Creature" in occasione della festa del patrono, nella quale si esibiranno acrobati, tessutisti, equilibristi e contorsionisti provenienti da tutto il mondo. In seguito andremo a Lugo, alla rocca di Oriolo dei Fichi e a Brisighella, un borgo medievale che ha ottenuto importanti riconoscimenti di eccellenza come l'inserimento nella lista “I Borghi più belli d’Italia” e la “Bandiera Arancione”. Quest'ultima è il marchio di qualità turistico/ambientale del Touring Club Italiano rivolto alle piccole località dell'entroterra che si distinguono per la valorizzazione del patrimonio culturale, la tutela dell'ambiente, la cultura dell'ospitalità, l'accesso e la fruibilità delle risorse, la qualità della ristorazione e dei prodotti tipici. 


Poi ci sposteremo a Riolo Terme dove avremo la possibilità di gongolare nell'acqua calda termale, di pernottare direttamente al Grand Hotel collegato alle Terme e di cenare all'interno della Rocca.


Successivamente sarà la volta del castello di Gradara (la città dove ebbe luogo la storia di Paolo e Francesca descritta da Dante nel V° canto dell’Inferno), dell’eremo di Fonte Avellana e della Rocca Roveresca di Mondavio. In questa parte del tour alloggeremo a Saltara presso la Villa San Martino, un'antico casale del 1500 immerso nelle colline della provincia di Urbino.


Poi ci sposteremo a Fabriano al museo della Carta (dove un mastro cartaio ci dimostrerà come avviene il suo lavoro), vederemo Corinaldo e Recanati con la casa di Leopardi e un'antica bottega amanuense. Recanati la conosco benissimo perchè ho fatto lì i miei 5 anni di liceo ma la casa di Leopardi l'ho vista solo un paio di volte tanti anni fa e mi farà sicuramente piacere tornarci. Parteciperemo anche alle Feste Medievali di Offagna e ceneremo in una delle taverne medievali. In seguito andremo al parco archeologico di Urbs Salvia e alla Riserva Naturale dell’Abbadia di Fiastra con il Monastero Cistercense. In questa fase del tour dormiremo al Gallery Hotel di Recanati, con vista panoramica sulla campagna recanatese. 


E qui finisce la parte italiana del tour perchè ad Ancona ci imbarcheremo e faremo una nottata di traversata dell'Adriatico per ritrovarci a Spalato in Croazia. Da Spalato andremo diretti in Bosnia a Blagaj, un villaggio situato alla sorgente di un fiume famoso per il suo storico monastero derviscio.


Poi sarà la volta di Mogorjelo e Počitelj con la sua fortezza medievale, la moschea Hajji Alij e l'International Artists Colony, la più longeva e operativa associazione di artisti del sud-est europeo. Dicono che nelle colline attorno a questa città crescano in grandissima abbondanza piante di fico e melograni... potrei andarci a vivere anche solo per questo :) Concluderemo il tour a Mostar visitando la città vecchia, alcuni complessi residenziali storici e il tristemente famoso ponte vecchio distrutto nel '93 durante la guerra che martoriò l'ex-Jugoslavia. Oggi è stato ricostruito identito all'originale e lì ci faranno assistere ad uno spettacolo di tuffi. 


Infine torneremo a Spalato a prendere la nave per Ancona e una volta arrivata a Roma vi racconterò la mia esperienza. In questo post vi ho mostrato gli hotel dove soggiornerò e due-tre di foto prese dai siti dei vari paesi che visiterò per farvi incuriosire. Nessun castello o fortezza per ora perchè quelli saranno il clou di tutto e ve li mostrerò direttamente dalle mie foto nel reportage finale. Prossimamente qui nel blog sarò muta per un po' e ora sapete perchè. Vi lascio nuovamente i link a cui potete fare riferimento per seguirci durante il tour:
sito ufficiale - www.adristorical-lands.eu
pagina facebook - adristorical-lands  (hashtag #adriatictour)
profilo twitter - adristorical
Ci risentiamo al mio ritorno!

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giovedì 18 luglio 2013

Il 1000foglie bar di De Bellis - come rendersi felici andando dal meglio pasticcere de Roma




Se siete particolarmente sensibili al burro, allo zucchero, se avete la salivazione facile o siete a dieta, astenetevi dal leggere questo post. Non voglio avere sulla coscienza voglie improvvise di dolce seguite da rimorsi e sensi di colpa. Per tutti gli altri più simili a me, che non si limitano mai e che sono in grado di scegliere una pasticceria al posto di un ristorante per andare a cena, continuate pure che la golosità massima è servita.

 

Ho conosciuto Andrea De Bellis un paio di anni fa grazie ad Alessandra, amica comune nonchè proprietaria dello stupendo "Tè e teiere". Vi avevo accennato qualcosa dei suoi dolci parlando di Taste of Roma e Culinaria ma ora le cose sono cambiate perchè da quattro mesi a questa parte ha aperto una piccolissima deliziosa pasticceria dietro Campo de' Fiori assieme al fratello Marco. 


Prima di questo aveva un laboratorio senza vendita al pubblico nel quale creava dolci solo per ristoranti, locali e privati su ordinazione. Prima ancora è stato capo pasticcere del ristorante di La Mantia presso l'Hotel Majestic. Tornando più indietro nel tempo era andato ad imparare il mestiere in Spagna da Torreblanca, Adrià e dai fratelli Roca, e aveva viaggiato tra le pasticcerie francesi per vedere/mangiare/capire quello che proponevano. Agli albori studiava arte e faceva il celerino ma questo aspetto preferisco non approfondirlo °_° 


Il locale è tutto nero e bianco, con una grande parete in lavagna dietro al bancone predisposto alla realizzazione delle millefoglie espresso. Si avete capito bene, questa pasticceria ora è anche un 1000foglie bar, cioè un posto dove tu entri, scegli tra le varie combinazioni proposte (o direttamente dagli ingredienti) e ti fai fare una millefoglie personalizzata al momento, davanti ai tuoi occhi. Le combo suggerite dalla casa sono 6 (quelle che vedete nel menù sopra) ma potete farne altre accoppiando tutti gli ingredienti della lista qui sotto.


Per inaugurare quest'ultima idea di Andrea, Food Confidential ha organizzato una serata-evento che ha riempito di gente sia il locale che la piazzetta antistante. Io ho provato tutto il menù più uno, nel senso che mi sono spazzolata le sei combo più una settima chiamata "snickers" con caramello salato e noccioline.


La mia preferita è stata "occhio di drago" (con lamponi, litchi e rosa cristallizzata)... ho una sfrenata passione per i lamponi che non mi avrebbe mai concesso altra scelta. Però oggettivamente la decisione è stata dura: la "forte" in realtà aveva una crema al caffè sofficissima e delicata che stava stupendamente con il biscotto alla liquirizia sbriciolato sopra, mentre la "verde" (mousse al tè matcha e pistacchio con amarene) ha decisamente spopolato ed è stata la più richiesta della serata.


La sfoglia fatta da Andrea è croccante, spessa e caramellata (stile francese Hermè), e gli ingredienti sono materie prime di ottima qualità, a partire dal burro. Quando il burro è buono si sente subito, non chiedetemi di spiegarlo o definirlo perchè non lo so fare, ma al gusto si capisce. Tre anni fa scoprii una pasticceria di cui mi innamorai all'istante ma la passione durò poco più di un anno... si ingrandirono, aprirono altri punti vendita, aumentarono la produzione e cambiarono burro comprandone uno decisamente più scadente. Il sapore dei dolci divenne piatto, anonimo e il mio amore per loro sparì rapidamente.


A proposito di ingredienti, Andrea ne ha scelto uno che vince il premio per il più insolito abbinato all'alta pasticceria: sono le "pop rocks", delle piccole pepite frizzanti ricoperte di cioccolato che scoppiettano in bocca. Le ha usate nella millefoglie "hana-bi" con evidente riferimento ai fuochi d'artificio dell'omonimo film di Kitano (io adoro Kitano, io adoro Kitano, io adoro Kitano, io adoro Kitano, io adoro Kitano, io adoro Kitano!).


In questa serata Andrea non era solo, bensì accompagnato da un secondo Andrea che si è occupato delle millefoglie salate: lo chef Andrea Dolciotti del ristorante Inopia. Il dolce evidentemente non bastava così i due hanno pensato di collaborare ispirandosi alla cucina tipica romana e offrendo ai clienti anche il millefoglie salato nelle versioni "baccalà mantecato", "seppie marinate" e "carbonara".


Nel dettaglio, quello che vedete nella foto sotto è baccalà mantecato con prezzemolo e basilico, cipolla croccante, chutney di pomodoro, lemon grass e cialde al sale nero. Quella sopra invece è la sfoglia di De Bellis con emulsione di patate, olio, basilico, seppie marinate e gelatina di alloro e limone. La terza proposta era una spuma di carbonara, ristretto di guanciale, guanciale tostato e cialde croccanti. Il tutto accompagnato da un suo cocktail analcolico strepitoso fatto con fiori di sambuco, cetriolo, limone e acqua gassata (super rinfrescante e dissentate, 4 bicchieri fatti fuori in un secondo!).


Ammetto la mancanza, prima non conoscevo Dolciotti. Devo rifarmi andando nel suo ristorante e provando altro perchè quello che ho assaggiato in questa occasione era fantastico. Il mix degli ingredienti e degli abbinamenti scelti per il baccalà era perfetto, soprattutto per quella serata calda e piovosa. Un baccalà delizioso, fresco e profumato grazie agli aromi del basilico e del lemongrass.


La pasticceria ha anche una mini saletta con due tavoli e delle poltrone comodissime in cui sprofondare. Nonostante la folla di giornalisti, blogger, mangioni e addetti ai lavori, sono riuscita ad accaparrarmi un tavolino che ho condiviso con alcuni amici e che abbiamo riempito di bontà a rotazione per provare tutto il possibile.


Il millefoglie espresso è solo l'ultimo arrivato perchè gli altri dolci che Andrea prepara da tempo non sono affatto da meno, anzi. Si parte dal classico come il profitterol, il Sant’ Honoré, le tarte, i biscotti e si arriva a delle chicche come la Maria Antonietta (mousse di cioccolato bianco, dacquoise di mandorle, vaniglia, gelee al lampone e lime) e la Wimbledon a forma di pallina da tennis (mousse al limone, creme brulè alle spezie e dacquoise di nocciola).


Di tutta la goduriosa produzione della pasticceria per me vince la Wimbledon, seguita a ruota dal Sant’ Honoré. Sono stati i due che ho provato la prima volta che ho messo piede lì e sono rimasti i miei preferiti. Ogni volta che vado prendo uno o due dolci, poi Andrea immancabilmente mi fa fare da cavia per qualche sua nuova sperimentazione. Credo che mai troverete al mondo cavia più felice. Una volta è stato con un gustosissimo ghiacciolo fragola e lampone (lui modestamente dice che è solo acqua e frutta ma a me i ghiaccioli mica vengono così!) un'altra volta con una gelatina alla rosa, lamponi e litchi alla ricerca della densità giusta (c'è rimasto sotto con quelle di Bompas & Parr e come dargli torto) e la prossima volta chi lo sa? Io sono sempre pronta!


Se volete andare a rendervi felici questo è l'indirizzo:

Pasticceria De Bellis 
Piazza del Paradiso n°56, Roma
Da martedì a venerdì: 12:00 - 0:00
Sabato: 10:00 - 0:00
Domenica: 10:00 - 20:00
Lunedì chiuso



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lunedì 15 luglio 2013

La prima guida Street Food del Gambero Rosso... e un paio di vini francesi da sogno




E' appena uscita una guida che sfrutterò molto, la prima dedicata al cibo di strada italiano. Lo street food ancora oggi (nell'80% dei casi) è quello classico della tradizione, sapori autentici e preparazioni tramandate immutate da generazioni. Cibi che vengono venduti in chioschi, botteghe, paninerie e pulmini itineranti. Poca cura per la forma, l’importante è che il sapore sia quello vero, storico, e che le materie prime siano di qualità e legate al proprio territorio. Mangiare in strada è un modo per assaggiare i grandi classici della tradizione culinaria spendendo poco, senza le formalità di un pasto seduti ad un tavolo e senza i tempi del servizio al ristorante. Ottimo per quando si sta in vacanza e non ci si vuole rinchiudere in un locale, per quando si ha poco tempo tra un impegno e un altro e sicuramente il modo più semplice per scoprire i sapori tipici di un luogo.


Nella guida ci sono più di 300 indirizzi divisi per zone. Ogni regione è introdotta da una sezione dedicata alla sua specifica tradizione del cibo di strada, ai prodotti tipici, e da una ricetta significativa e riproducibile in casa. Tra le pagine si possono trovare anche alcuni grandi chef stellati che hanno rivisitato in modo moderno e originale panini, hamburger e altre preparazioni "da asporto".


Per la presentazione della guida è stato organizzato un super/mega/enorme/unto/grasso/godurioso buffet con alcuni dei campioni italiani dello street food. Focacce liguri, bombette pugliesi, folpi padovani, arancine siciliane, piadine romagnole, porchetta laziale, arrosticini abruzzesi, pizza fritta napoletana, olive ascolane, cannoli siciliani e chi più ne ha più ne metta. Il maiale era presente in ogni sua forma e declinazione... mai mangiata tanta carne tutta assieme in una sola serata.


Ogni cibo proposto sfamava quasi quanto una cena completa ma per "senso del dovere" ho provato tutto quello che ho potuto arrivando ad un livello di sazietà pari solo a quello delle grandi mangiate natalize. Questo è quello che ho preferito di più in assoluto:
- le meravigliose piadine con squacquerone, prosciutto e rucola di Lella da Rimini
- la tavolata di prosciutto cotto di praga, spalla, wurstel e carne bollita con senape, crauti e rafano del Buffet da Pepi di Trieste
- gli arrosticini tenerissimi della Tana del Lupo di Farindola
- le bombette e le altre preparazioni di quinto quarto dei Mangiari di Strada di Milano
- la salsiccia di sanguinaccio, rapa rossa e patate e gli altri salumi dell'Opificio del Gusto di Aosta
- i panini con l'allesso e il picchiapò di Mordi & Vai del Mercato Testaccio di Roma 


La guida invece ha assegnato il premio speciale come panino dell’anno al Pastrami di lingua di Cristina Bowerman, e il premio per la rivisitazione più originale al Tris di trippe e lampredotto di Valeria Piccini.


Questo è l'elenco dei vincitori di ogni regione:

VALLE D’AOSTA - Opificio del Gusto - Aosta    
PIEMONTE - Io Mangio Gofri - Pinerolo   
LIGURIA - Moltedo - Recco  
LOMBARDIA - Mangiari di strada - Milano   
VENETO - La Folperia di Max e Barbara - Padova    
TRENTINO ALTO ADIGE - Walter & Michi’s Wurstelstand - Bolzano
FRIULI VENEZIA GIULIA - Buffet da Pepi - Trieste
EMILIA ROMAGNA - Lella - Rimini
ABRUZZO - La Tana del lupo - Farindola
MOLISE - Cala Sveva - Termoli 
CAMPANIA - La Masardona - Napoli 
PUGLIA - Antico Forno Santa Chiara - Altamura
BASILICATA - Bar Sottozero - Matera
CALABRIA - Pane e Vino - Crotone
SICILIA - Antica Focacceria San Francesco - Palermo 
SARDEGNA - Gastronomia Paninoteca Loi - Nuoro


Neanche una settimana dopo sono nuovamente tornata al Gambero per un evento in occasione della festa nazionale francese, una degustazione di alcuni grandissimi vini francesi e italiani per celebrare l'amicizia dei due paesi che rappresentano l'eccellenza vinicola mondiale.

Questi eventi mi interessano sempre perchè danno modo di conoscere vini pregiati (e in alcuni casi anche molto costosi) che avrei difficilmente la possibilità di provare in altro modo. La più grande scoperta della serata per me è stato il Sauternes Chateau Climens, sicuramente il miglior vino dolce che abbia mai provato in assoluto. Non è molto accessibile in quanto il prezzo a bottiglia si aggira tra i 120 e i 150 euro ma sono giustificati dal fatto che per avere un grande Sauternes sono imprescindibili lunghe pratiche rigorose e pazienti, uve coltivate con rese per ettaro molto basse e raccolte a mano anche decine di volte nell'arco di un'unica vendemmia. Ogni volta vengono raccolti solamente i singoli acini che hanno caratteristiche perfette di maturazione e di sviluppo. Si dice che un buon Sauternes sia il vino più difficile, costoso e faticoso da produrre al mondo.


Riguardo agli champagne, tra quelli presenti ho apprezzato moltissimo i due Charles Heidsieck, in particolare il riserva. Per il 60% è un mix di Pinot Nero, Pinot Meunier e Chardonnay mentre il restante 40% sono vini riserva (sempre di Pinot Nero e Chardonnay) invecchiati 10 anni. L'affinamento in bottiglia dura per altri 3 anni.  Per uno champagne è un invecchiamento lunghissimo e inusuale, e il fatto di avere mescolate assieme due parti (una giovane ed una invecchiata) fa sentire sia la freschezza che la complessità e l'intensità, rendendolo anche molto persistente. Facendo passare la luce attraverso il bicchiere, nel riflesso che si crea notiamo sia una parte di luce verde che una dorata. Questo perchè la luce, attraversando il vino, viene rifratta, e riesce così a mostrare divise le due parti che compongono questo particolarissimo champagne. La prima è la parte giovane, ancora ricca di clorofilla e quindi dal colore verdastro, la seconda è invecchiata e quindi risulta dorata. Tra i rossi invece ho ritrovato un vino che conoscevo già e che adoro letteralmente: il Chateau Brane Cantenac Margaux, un blend di Cabernet Sauvignon e Merlot (anche qua purtroppo il prezzo tra 80 e 100 euro è limitante). E' molto aromatico, persistente, con profumi che vanno da quelli forti di tabacco e caffè, al peperoncino tipico dei Cabernet Sauvignon, fino a quelli più dolci dei frutti rossi. Tra i vini italiani invece ho scoperto il rosso biologico Carmignano di Terre a Mano, un sangiovese legnoso, che ricorda spezie e frutti dolci, davvero molto buono.



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sabato 13 luglio 2013

Adriatic tour - un viaggio tra Romagna, Marche e Bosnia Herzegovina



Annunciazione annunciazione: tra 9 giorni partirò per un viaggio stampa che si preannuncia denso e interessante. Questo tour fa parte di Adristorical Lands, un progetto europeo di promozione del territorio che ha l'obiettivo di creare nuove forme di turismo sostenibile valorizzando realtà dell’area adriatica non comprese nell’offerta turistica tradizionale. Si tratta principalmente di borghi storici, città murate, fortezze medievali e castelli meno conosciuti. Il progetto vuole creare un ponte tra le due coste adriatiche quindi, oltre ai territori italiani, coinvolge anche Slovenia, Croazia, Albania, Montenegro e Bosnia Herzegovina. Il tour che farò io, nel dettaglio, mi porterà nelle provincie di Ravenna, Urbino, Macerata, Ancona e poi in Bosnia nelle zone di Mostar e Blagaj. Prima di partire, quando avrò il programma definitivo, vi dirò i nomi delle singole città e dei paesini che visiterò.

© John Carvill

Ovviamente assaggeremo anche i piatti tipici delle varie zone, per questo i miei compagni di viaggio saranno altri 7 blogger misti tra food e travel blogger. Per avere più informazioni sul progetto e seguire le novità sul tour potete fare riferimento a questi link:
sito ufficiale - www.adristorical-lands.eu
pagina facebook - adristorical-lands  (hashtag #adriatictour)
profilo twitter - adristorical



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mercoledì 10 luglio 2013

Solstizio d'estate a Villa Miani, prodotti meravigliosi e il panorama più bello di Roma



Lo scorso 24 giugno ha avuto luogo il "Solstizio d'estate a Villa Miani", un evento praticamente perfetto, una villa romana spettacolare di cui non conoscevo neanche l'esistenza e una quantità enorme di prodotti di qualità elevatissima.


Obiettivo della manifestazione era far incontrare produttori, distributori, operatori della ristorazione ed appassionati enogastronomici, per scoprire e far conoscere al mercato romano più di 140 aziende artigianali italiane che negli anni si sono distinte per qualità e professionalità.


Il tutto è stato organizzato da "Little market", storica azienda romana impegnata nella valorizzazione e nel commercio dei prodotti enogastronomici di alta qualità provenienti da piccole aziende. Oltre che creare un rapporto diretto col produttore, Little market cerca anche di dare le conoscenze giuste al consumatore che è spesso ignaro di quello che compra.


A mio avviso la villa è un raro esempio di architettura neoclassica ben riuscita. In genere non sopporto lo stile neoclassico, troppo imponente e opprimente, ma in questo caso il risultato è stato felicissimo. E' circondata da un prato inglese e si trova in cima alla collina di Monte Mario, la più alta di Roma e il panorama è da lasciare senza fiato.


La vista sulla città è totale, si sta così in alto rispetto a tutto il resto che affacciandosi alle terrazze si ha quasi la sensazione di volare. Non la conoscevo perchè purtroppo non è pubblica come molte delle ville romane ma è privata, utilizzata per eventi, conventions, matrimoni e simili.


Ha moltissime sale all'interno, alcune dipinte, altre decorate, altre semplici e vederle piene di espositori con i propri prodotti in assaggio era per me un piacere doppio :)

 

Non capita quasi mai che tutti i produttori presenti ad una grande fiera o ad una manifestazione colpiscano positivamente il mio gusto, ne tantomeno che abbiano la fortuna di avere una cornice come questa. Le sedi più comuni sono centri fiere, albergoni enormi e asettici fuori città e sale congresso di associazioni varie. Invece l'importanza di una location così in questo caso è stata fondamentale. 


Non si aveva la sensazione di essere ad una esposizione, più che altro mi è sembrato di passare un pomeriggio rilassante, in un posto che invitava alla calma tra un assaggio di vino, una passeggiata nel giardino, una chiacchierata col produttore di formaggi che ti racconta la sua storia, una pausa in terrazza, e così avanti a scoprire piccole realtà e grandi bontà che meritavano calma e attenzione, cose che spesso alle grandi fiere mancano totalmente.


I prodotti erano tantissimi e di ogni genere: olio, birra, liquori, formaggi, pane, dolci, cioccolato, pasta, riso, legumi, salse, miele, confetture, salumi, spezie, infusi, tartufi, vino e altro di cui non ho più memoria. Qui trovate l'elenco completo suddiviso per categorie di tutti i produttori presenti e vi consiglio vivamente di darci un'occhiata se siete alla ricerca di qualcosa di veramente speciale. E non pensate che speciale significhi per forza costoso. Certamente ci sono cibi dal prezzo elevato per via della lavorazione manuale e del grande valore, ma ho provato anche alcune cose buonissime dai prezzi assolutamente normali. In questa occasione niente era in vendita, tutto solo in assaggio gratuito, ma ho chiesto quali erano i prezzi di alcuni prodotti perchè sono decisamente intenzionata ad acquistarli.


Quelle che seguono sono alcune delle nuove scoperte che ho fatto grazie a questo evento. Parto dai formaggi stupefacenti del Caseificio San Lorenzo in Valle, realizzati con antiche procedure tramandate oralmente nel territorio ciociaro. Le loro produzioni più particolari sono la "rosina", massaggiata a mano (un tempo solo dalle donne) e stagionata in damigiane di vetro o coccio, ed una specie di caciotta che viene fatta stagionare avendo al suo interno un limone (nella foto sotto si intravede). Potete trovarli a Latina direttamente al caseificio oppure a Roma al mercato trionfale.


Per quanto riguarda conserve, sott'oli, passate e simili mi sono innamorata di "Benvenuti al sud" (una rivendita di prodotti tipici campani) non solo per la qualità ma anche per la presentazione. La passata di pomodorino giallo con l'etichetta nera era bellissima, per non parlare del barattolone di sciurilli e cucuzzielli (tradotto mini zucchine e fiori di zucca).


Al loro tavolo mi sono fatta fuori anche una notevole quantità di carciofini sott'olio da urlo, delicati e tenerissimi. I romani possono trovare i loro prodotti in un negozio che si trova a via Magna Grecia 87.


Un prodotto particolarissimo che mi ha lasciato a bocca aperta è l'oliva dolce di Olivotto Creme. In pratica hanno reso dolci le olive celline del Salento, in modo da poterci realizzare creme e dressing. Con queste olive si possono prepare crostate, torte, plumcake, gelati e altri dessert ma sono ottime anche mangiate da sole con un buon vino. Sono riusciti a produrre anche della pasta dal bellissimo colore nero-violaceo. Per l'acquisto andate su questo sito di vendita online.


Rimanendo in tema con i colori e l'originalità, ho provato il Tellus di Falesco (Syrah Lazio IGP), un vino dal colore rosso-violaceo scuro, molto aromatico e dolce, dal profumo di ciliega e il sapore che ricorda la liquirizia. Veramente buono e particolare, da studiare per gli abbinamenti dato che non è un vino dolce ma rimane difficile definirlo come un rosso normale. E poi la pasticceria-forno di Dall'Ava che, tra le altre cose, produce un panettone davvero eccezionale, fatto a mano con lievito madre. Ne ho fatte fuori svariate fette per quanto era soffice e leggero.


I dolci sono solo un'attività recente della famiglia Dall'Ava, che nasce invece con il prosciutto. Ne produce vari tipi uno più buono dell'altro: il San Daniele dop (normale, a lunga stagionatura e affumicato), il Parma, l'Hundok con carni di mangalica ungherese, e il Patadok che vedete sopra. Quest'ultimo è realizzato con le migliori carni spagnole (da cui si produce il famoso jamon iberico) ma lavorato secondo i metodi italiani. Se vi dico che non si deve mordere ci credete? Non serve farlo, appena ne mettete in bocca una fettina si scioglie... goduria massima! I puntini bianchi leggermente granulosi che vedete non sono un difetto ma un pregio, in quanto segno di una lunga stagionatura e indizio che il maiale è vissuto potendo muoversi molto. Se li trovate quando acquistate un prosciutto non vi spaventate, anzi prendetene di più. :)


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