venerdì 17 agosto 2012

Sorbetto di anguria e champagne servito nell'anguria


Vi aspettavate la quarta puntata del viaggione in Svizzera vero? E invece per quello dovrete aspettare ancora un po'. Ora sono in vacanza nelle mie Marche e non ho molto tempo/voglia di scrivere e sistemare foto. Giusto per non lasciarvi proprio a secco vi propongo questa ricettina facile e fresca. Un bel sorbetto che può essere allungato/alcolizzato un po' con champagne o prosecco e servito direttamente dentro ad un piccola anguria. Una goduria per il dopocena, quando fa ancora caldo e magari vi serve un aiuto per digerire (tipo me adesso che sto 2 tagliate di entrecote sullo stomaco). L'ho preparato poco tempo fa per "Ricette per Cucinare" e potete trovare la ricetta con le foto passo passo qui, oppure la ricetta normale di seguito come al solito.

 


Dosi per :    Difficoltà : facile   Tempo : 15 min + tempo di refrigerazione
Ingredienti :
  • un' anguria piccola e sferica da 2 kg
  • 1 tazza d'acqua
  • 2 cucchiai di zucchero
  • champagne o prosecco
Procedimento :  
Prendete un'anguria piccolina e sferica di circa 2 kg. Tagliate via la calotta. Svuotatela e tenete da parte la polpa. Eliminate tutti semi dalla polpa e frullatela. Mettete acqua e zucchero in un pentolino e portate ad ebollizione, poi lasciate raffreddare.Unite l'acqua zuccherata alla polpa frullata e mettete in freezer per qualche ora. Di tanto in tanto togliete il sorbetto dal freezer e mescolatelo bene con un cucchiaio per evitare la formazione di grossi pezzetti di ghiaccio. Se non avete intenzione di servirlo appena avrà raggiunto la giusta consistenza, potete lasciarlo a gelare in freezer e tirarlo fuori 15-20 min prima di servirlo rigirandolo energicamente. Versate il sorbetto nell'anguria vuota che nel frattempo avete conservato in frigo. Se volete potete irrorarlo con del prosecco o dello champagne. Quando avrà riottenuto la giusta consistenza potete servirlo.






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domenica 12 agosto 2012

Viaggio in Engadina - III° parte (i formaggi in malga, il ghiacciaio e il relax in Spa)


La seconda giornata in Engandina è stata davvero intensa. L'obiettivo era raggiungere il ghiacciaio di Morteratsch, fermandoci a metà strada per un brunch in malga a base di formaggi (sia mai che perdiamo occasione per mangiare!). Nonostante l'hotel offra una colazione da urlo sia in qualità che in quantità, ci consigliano di tenerci leggeri per l'escursione e per il brunch che, assicurano, sarà molto sostanzioso. Così ci ritroviamo nel cortile dell'hotel per l'assegnazione delle bici.


Ci fanno scegliere tra mountain bike e bici elettrica... sapete già quale ho preso vero? Non avevo mai provato l'elettrica ed ero curiosa di vedere come funzionava, mettiamola così ;) Volendo c'era anche l'opzione carrozza originale dell'800 restaurata e trainata da cavalli con cocchiere in guanti e cilindro ma tutti sembravano desiderosi di fare un po' di movimento tra i boschi. Abbiamo costretto quattro del gruppo a fare il percorso più lungo in carrozza (in realtà non gli è dispiaciuto così tanto) e ci siamo inoltrati in sentieri tra abeti e mucche al pascolo. Abbiate pietà ma non ho fatto giusto 2 foto durante il percorso... vi sfido a fotografare mentre pedalate se ci riuscite. La bici elettrica è una svolta, sembra di volare. Ho dovuto mettere l'opzione "metà della fatica a me e metà a te" perchè mi sentivo troppo in colpa a non fare proprio niente rispetto agli altri in mountain bike che sudavano e rimanevano dietro. E' stata un pedalata piacevolissima con paesaggi alla Heidi, tanta aria buona e fresca dritta in faccia e un odore inebriante di resina d'abete. Arriviamo in malga e quasi non me ne accorgo.


L'edificio è tipico, piccolo, tutto in pietra e legno e col tetto a punta. Davanti ha un grande spiazzo con tavole, panche e ombrelloni nel quale sedersi a degustare i prodotti. Si chiama Alp Schaukaeserei e produce vari tipi di formaggi tra i quali i più caratteristici sono:
- Ricotta Alpzige: con latte di capra, tipica dei pascoli alpini della Svizzera centrale fin dal 1200 e prodotta solo nei mesi estivi. Ad oggi sono pochissimi i casari che si dedicano alla realizzazione di questa chicca (inserita tra i presidi Slowfood).
- Heutaler Alpkäse: prodotto solo con latte proveniente dalla regione del Bernina, in particolare dalla Val da Fain (Heutal) che da il nome al formaggio. Ha una stagionatura da 8 a 16 mesi e un sapore leggermente piccante.
- Gletscher Mutschli: prodotto con latte caldo a circa 31°C e stagionato da 1 a 3 mesi in cantina a 13°C e 98% di umidità.



Per il brunch è previsto un ricchissimo buffet che, oltre ai tantissimi tipi di formaggio, prevede yogurt, burro (non potete capire che meraviglia mai provata era quel burro, me lo sogno ancora di notte), miele, marmellate tra cui molte di frutti di bosco, frutta, carne secca, salumi, una grande varietà di tipi di pane (semplice, a brioche, con frutta secca, con cereali, ecc.) e uova da prepararsi direttamente da soli sul fornelletto a gas.


Potete immaginare quante volte ho fatto avanti e dietro dal tavolo fuori al bancone dentro. La ricottina, il burro, un formaggio erborinato di cui non ricordo il nome e la marmellata ai lamponi mi sono rimasti nel cuore e nello stomaco, giusti giusti per aiutarmi nel percorso che avremmo fatto poco dopo verso il ghiacciaio (mannaggia a me non mi regolo mai).


Affianco al tavolo del buffet c'era lui che lavorava, il casaro dalla barba biondo-rossiccia e dagli occhi dello stesso colore del ghiacciaio che avremmo visto dopo. Maneggiava un pentolone degno di una strega sospeso ad un argano per poterlo posizionare sopra il fuoco. Stava preparando il Gletscher Mutschli di cui vi ho parlato sopra. Qua sotto vi ho messo tutte le foto necessarie per capire il metodo di lavorazione che ha usato.


Una volta tagliato il formaggio a scacchi lo ha lasciato a riposare dentro alle forme, con un cilidro di pietra nera sopra per schiacciarlo e fargli perdere il liquido. Tutto il siero rimasto nel pentolone lo ha messo da parte in dei contenitori perchè lo usano per i bagni di latte. Proprio così, offrono ai clienti anche la possibilità di fare il bagno in una tinozza piena di siero. Ci ha spiegato che fa benissimo alla pelle e ripensandoci effettivamente anche Cleopatra si faceva preparare dei bagni nel latte d'asina.


Noi il bagno non lo abbiamo fatto ma in compenso l'abbiamo bevuto (fa bene anche così). Prima di ripartire sono stati così gentili da farci vedere la piccola cantina nella quale stava riposando lo stesso tipo di formaggio di cui abbiamo visto la produzione. Giusto il tempo di fare due foto perchè a stare troppo tempo lì dentro c'era da ammalarsi... la cantina deve essere fredda e umida, così tanto da avere le pareti completamente bagnate e gocciolanti.


E con la pancia piena abbiamo iniziato la salita al maestoso Morteratsch. Il sentiero segue un torrente che ovviamente nasce dal ghiacciaio, come ci nascono le decine di cascatelle che si vedono scorrere tra alberi e rocce lungo tutto il percorso. Abbiamo incontrato anche numerose pareti per fare arrampicata e deviazioni per rifugi ancora più ad alta quota.


Durante il percorso ci hanno raccontato la storia-leggenda che sta dietro al nome Morteratsch, una sorta di Romeo e Giulietta in versione alpina: un giovane pastore di nome Aratsch amava la figlia di un ricco mercante, che ovviamente non poteva sposare per motivi economici. Così si arruolò per fare il soldato ma la ragazza, credendolo morto, morì di crepacuore. Quando tornò, disperato si diresse verso il ghiacciaio lasciandosi cadere da un precipizio. Si dice che il fantasma della ragazza iniziò ad aggirarsi per il ghiacciaio cercando il suo amato e urlando "Mort Aratsch" da cui deriva appunto il nome Morteratsch.


Più si sale più il panorama si fa brullo, fino ad arrivare alla base del ghiacciaio completamente grigia e rocciosa, tipo terreno lunare. Era molto caldo, c'è chi stava in pantaloncini e canotta, ma il sole a quell'altezza non perdona. Io ero parita con pantaloni e maniche lunghe e nonostate tutto sono riuscita a scottarmi. Cosa? Le mani! Non ci si crede. A forza di star con le braccia alzate a far foto mi sono spellata il dorso della mani, roba da farmi sfottere da tutti. In compenso c'è stato chi ha fatto molto peggio tornando in hotel con la forma della canotta e dei pantaloncini stampati a mo di body painting... non sono stata l'unica a non pensare alla crema solare al momento di fare la valigia :) In origine il ghiacciaio arrivava direttamente alla malga, mentre ora per raggiungerlo ci vuole più di un’ora di cammino. Si è sciolto molto soprattutto negli ultimi 5 anni, quando bastava mezzora per arrivare alla fine della lingua (discorso ambientalista sul riscaldamento globale ovviamente sottointeso e sottolineato).


Il ghiacciaio d'estate è ricoperto da una sottile patina di terriccio roccioso che lo rende grigiastro ma le parti frastagliate che si rompono mostrano tutto il loro candore celeste. Noi ci siamo fermati qui ad ammirarlo per un po' ma volendo, con l'attrezzatura adeguata, si poteva salire direttamente sulla lingua (se vedete bene nelle foto si vedono delle persone che stanno salendo). Dicono che ci siano anche delle piccole grotte sotto al ghiaccio. 


Tornata in hotel mi riposo una mezzora in camera, poi vado in Spa direttamente in accappatoio e ciabatte (tanto è solo al piano di sotto). E' una struttura di 2000 metri quadri aggiunta solo di recente al resto dell'hotel. Ci sono 13 stanze nelle quali vengono proposti una ventina di trattamenti e massaggi diversi, un'area dedicata all'estetica con solarium, parrucchieri, manicure, estetisti, truccatori e una "Private Spa Suite" per due persone nella quale fare il bagno Rasul (una cerimonia del bagno a vapore secondo la tradizione orientale). Io avevo un massaggio prenotato, dopo quella camminata ci stava tutto. La ragazza, gentilissima e molto delicata, mi chiede se preferisco gambe e piedi o schiena e collo. Scelgo la seconda opzione perchè voglio proprio rilassarmi. Mi porta in una stanzetta tutta bianca abbellita da piccole orchidee e mi fa scegliere la temperatura, la musica, il volume, il grado di forza del trattamento e il tipo di lozione: o una crema per rendere la pelle morbida come quella di un bambino o un olio ricavato da erbe alpine. Scelgo l'olio e il suo profumo mi piace così tanto che non resisto e sbircio la marca: Alpienne. Scopro poi che tutta la spa utilizza unicamente i suoi prodotti perchè naturali e ricavati da erbe cresciute allo stato selvatico e lavorate a mano (anche il meraviglioso olio alla rosa che mi avevano fatto trovare in stanza era loro).


Il massaggio dura mezzora e la ragazza è così brava che quasi mi addormento nonstante il trattamento sia forte. Mi avvisa che il massaggio è finito parlandomi vicino all'orecchio con una voce leggerissima, come se mi dovesse delicatamente svegliare dal sonno. Mi lascia qualche minuto in stanza da sola per riprendere coscienza (stavo in un altro mondo) e mi va a preparare un tè. Me lo serve assieme della frutta essicata, nella stanzetta relax dedicata al post-trattamento, mentre mi siedo su una delle lunghe poltrone bianche con tavolinetto incorporato. E come se non bastasse mi porta un cuscino caldo per il collo imbevuto di oli essenziali profumati.


E dopo il tè... piscina! Nuotare al caldo avendo davanti le Alpi è qualcosa di estremamente gustoso, tanto più con un impianto che diffonde la musica sott'acqua. Quando si vuole ci si può rinfrescare a bordo piscina con acqua e frutta secca come fichi, datteri, albicocche e prugne (albicocche e datteri davvero superlativi).


Si può andare a prendere il sole nel prato antistante o buttarsi nell' altra piscina idromassaggio con Jacuzzi, docce a spruzzo e a cascata da azionare con pulsanti disposti direttamente dentro la piscina.


Affianco alla piscina c'è una sala relax con camino in vetro che lascia intravedere da parte a parte. E' una sala estremamente accogliente e molto calda, con letti nel quale poter fare un pisolino direttamente in costume o in accapatoio senza doversi far la doccia e ritornare in camera nel caso si volesse continuare ad usufruire della Spa.


Come per il ristorante e la sala giochi, c'è una piscina a parte anche per bambini con scivolo e giochi d'acqua, mentre gli adulti più sportivi possono usufruire di una palestra attrezzata e di una sala yoga volendo anche con personal trainer... il tutto sempre con vista panoramica ;)


In una zona apparte c'è l'area sauna divisa tra donne, uomini e mista: si può scegliere tra sauna classica finlandese (calda secca da 80° a 90°), bio-sauna (con aroma e cromo terapia, calda umida a 55°C), bagno turco in grotta
 (45° e umidità al 100%) e grotta salina (50°C e aria umido-salata). Non ho fatto foto alle ultime due e potete facilmente immaginare il perchè: umidità al 100% = obiettivo appannato in mezzo secondo scarso.


Il corridoio che porta alle saune è stato attrezzato con un percorso Kneipp
 che alterna piccole vasche di acqua calda e fredda nel quale camminare per il benessere di gambe e piedi.


E poi c'è la mia preferita, la sala relax-floating, nella quale si galleggia con acqua a 34°C, pochissima luce, la musica che proviene dal fondale e il soffitto con proiezioni rilassanti delle onde dell'acqua. Me la sono goduta a lungo, da sola e più volte. Gli altri ospiti dell'hotel sembravano preferire saune e idromassaggi... meglio per me ;)


Sarei rimasta nella Spa per sempre ma c'era una degustazione di vini svizzeri e una cena al ristorante Kronenstübli (stellato Michelin) ad aspettarmi, di cui però vi parlerò nella prossima puntata... mi sento tipo Beautiful ormai!

P.S.: se vi siete persi il resto trovate le puntate precedenti qui e qui.



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giovedì 2 agosto 2012

Viaggio in Engadina - II° parte (i saloni dell'hotel, la cena e il bagno in notturna)


Nello scorso post vi avevo lasciato alla suite. Ora invece vorrei farvi vedere il resto dell'hotel: una serie di saloni e locali diversi tutti estremamente raffinati e curati in ogni dettaglio (e lo sapete che a me i dettagli mandano fuori di testa, anche fotograficamente parlando). Quella che vedete sopra è la hall in stile neobarocco, il fiore all'occhiello dell'albergo (ve ne avevo mostrato un angolino nell'altro post). La grande parete vetrata che da sulle montagne circostanti è qualcosa di spettacolare, come lo sono gli affreschi a soffitto. Qui ci siamo fermati più volte a chiacchierare, bere tè e goderci l'atmosfera ottocentesca.


Gli altri locali sono:
- Il salone del camino per godersi il fuoco durante l'inverno, sui toni eleganti del verde bottiglia e arredato con le famose poltrone in pelle del designer/architetto Charles Eames.
- Il Salon Roseg, dai colori crema e verde pallido, con tavoli in velluto per giocare a carte.
- Il Salon Bleu, sui toni pastello del panna e del celeste, con stucchi dorati e arredo tradizionale engandinese, dedicato alla lettura dei giornali internazionali.
- Il piccolo ristorante per bambini, situato proprio affianco al Grand Restaurant e arredato con giochi in legno e sedie colorate.
- L'antica sala bowling, con arcate, soffitti bassi in legno, e tavoli rustici nel quale vengono organizzate feste e cene con specialità tipiche svizzere come fondue e raclette.


Ci sono anche la stanza per il ping-pong e quella da bilardo, tutte e due simili e deliziose. Sia le pareti, che le porte, che le finestre (e addirittura i termosifoni decorati) sono della stessa delicatissima tonalità di verde.


Negli spazi di passaggio come corridoi e scale corrono lunghissimi tappeti blu e oro, corrimano in legno grezzo chiaro e balaustre in ferro battuto. Portano alle stanze, 112 in totale, molte delle quali arredate nello stile delle case patrizie engadinesi, con legni autentici della zona, marmi, granito, tessuti pregiati, arredi d'artigianato ed ebanisteria. Tra queste ci sono 9 suite di quelle "super", dai 60 ai 75mq l'una, ognuna molto diversa dall'altra. C'è quella con la Jacuzzi e il balcone panoramico, quella col camino, quella con la cabina armadio e quella romantica con bagno aperto e doccia a parete vetrata che da direttamente sul letto (qui potete vederle una per una).


Altra chicca è la stanzetta completamente in legno, autentica e con stufa a legna, che una volta era la camera privata della proprietaria dell'hotel. La signora all'epoca si sedeva affianco alla finestra e guardava la strada per vedere in anticipo quali sarebbero stati i suoi clienti. In base a come erano vestiti e a quanti bagagli portavano con se, lei faceva il prezzo. L'attuale direttore dell'hotel ha simpaticamente tenuto a precisare che ora il metodo è cambiato e le tariffe sono standard per tutti ;)


L'albergo dispone anche di altre sale minori per banchetti, conferenze e cene private, mentre al piano inferiore si trova la stupenda cantina di vini valtellinesi da 2500mq (nella quale abbiamo fatto una degustazione di vini svizzeri di cui vi parlerò in seguito). Venne creata dal primo proprietario a metà '800 e possiede ancora varie botti originali. Il commercio di vini dalla Valtellina era all'epoca la sua seconda attività, e si rivelò essere fonte di reddito fondamentale negli anni di crisi tra le due guerre mondiali quando gli ospiti dell'hotel erano quasi nulli. Dopo avervi fatto vedere tutto questo (e c'è ancora molto altro in realtà) non vi stupirete se vi dico che il Kronenhof ha vinto una valanga di premi tra i quali il certificato di eccellenza 2011 e 2012 di Tripadvisor (il più grande sito al mondo per le recensioni di viaggio).


E finito il giro... bollicine! Aperitivo presso il lounge bar con un meraviglioso brut svizzero e finger food. Sono rimasta davvero piacevolmente stupita perchè non credevo che bollicine così buone si potessero trovare fuori dalla Francia e dall'Italia.


Infine la cena nel Grand Restaurant (uno dei due ristoranti dell'hotel), un salone con soffitto a volte affrescato che lascia senza fiato e nel quale viene anche servita la colazione la mattina... che bel modo di iniziare la giornata!


Qui tutto viene fatto come era d'uso nell'800. Questo significa che c'è un maître e tutto uno staff a disposizione degli ospiti, che durante la cena si viene intrattenuti da un pianoforte a coda (suonato da un musicista italiano), che a tavola ci sono posate d'argento e bicchieri di cristallo, che c'è qualcuno che si occupa personalmente di riempirti il bicchiere, toglierti le briciole dal tavolo dopo ogni portata e che vigila costantemente controllando se serve qualcosa senza che tu abbia mai bisogno di chiamare. E poi significa che per la cena è obbligatorio un dress code elegante per le donne e la giacca per gli uomini (capite ora la necessità anche di una sala ristorante apposita per bambini).


Questo il menù:

- variazione di asparagi con petto di pollo in crosta di prosciutto di Parma e panna acida con limone
- essenza di pomodoro con flan di piselli e verdure julienne
- petto d'anatra "Barberie" con salsa d'arancia, tartelette di patate al rosmarino e verdure
- frutti marinati con zabaioine al Marsala e gelato al caramello e arachidi

Vini:

- Weissburgunder - Cottinelli - 2010 (bianco)
- Le Tense Sassella doc - Nino Negri - 2001 (rosso)


L'anatra ci è stata portata con la cloche (non avevo mai avuto l'onore di vedermene servire una). Entrano in sala tanti camerieri quanti eravamo noi, ognuno portando una di queste cupole argentate. Le posano a tavola e scoperchiano i piatti contemporaneamente in un modo alquanto coreografico e stupendamente retrò. Ovviamente le portate erano tutte superlative, in particolare il bicchierino di panna acida al limone, l'essenza calda di pomodoro e il gelato.


E dopo la cena ci fermiamo nella hall per due chiacchiere e una tisana... ha il suo gran fascino anche di notte.


Adesso sarà ora di andare a dormire? Alla fine mi ero svegliata alle 5 mattina e mi ero fatta un viaggio in treno di 8 ore. Il mio cervello diceva di si, non connetteva più dalla stanchezza e sapeva che il programma per il giorno dopo era altrettanto bello e stancante... ma qualcos'altro mi diceva di no. Qualcos'altro chiamato "se non ora quando" mi consigliava di sfruttare la grande vasca da bagno (quella di casa mia è la metà mentre in questa tra poco affogo) e di rilassarmi con i sali e il miele da bagno alla rosa gentilmente offerti dall'hotel. Una goduria notturna durata più di un ora che, oltre a farmi profumare come un fiore, mi ha talmente rilassato da stendermi.


Ora si, è piena notte e posso andare a letto felice immergendomi nel piumone. Buona notte!


P.S.: anticipazioni del seguito - nel prossimo post vedrete come si produce il formaggio nelle malghe di alta montagna, vedrete un ghiacciaio e... lo sapevate che l'albergo ha anche una Spa enorme con saune e piscina panoramica? ;)


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