domenica 30 gennaio 2011

Mezze penne al radicchio con pesto di noci e pinoli


Siamo in inverno quindi quale miglior verdura del radicchio? E' buono, è bello ed ha un color rosso-violaceo che mi fa impazzire (non si era capito che mi piacciono i rossi scuri vero?!). Ho pensato di utilizzarlo per un  piatto di pasta assieme ad un pesto un po' diverso: erba cipollina al posto del basilico e noci oltre ai classici pinoli. E' un piatto velocissimo per il quale basta solo avere un minimo di pazienza per rompere le noci. Si potrebbero anche comprare i gherigli già pronti ma sfido chiunque a dire che sono saporiti quanto quelli appena sgusciati! Riguardo al radicchio, dato che ne esistono molte varietà, vi consiglio di utilizzare quello di Chioggia se vi piace leggermente meno amaro, quello Trevisano se invece il sapore amarognolo vi aggrada e se preferite una consistenza più croccante (io ho usato quello di Chioggia).


Dosi per : 2      Difficoltà : facile     Tempo : 15 min
Ingredienti :
  • 200gr di mezze penne
  • 1/2 radicchio
  • una decina di noci
  • una manciata di pinoli
  • 2 fili di erba cipollina oppure una manciata di quella secca già sminuzzata
  • olio d'oliva
  • sale
  • pepe 
  • una noce di burro
  • un goccio di latte
Procedimento : 
Lavate il radicchio e tagliatelo a striscioline eliminando le parti bianche più dure. Fatelo appassire in padella con il burro per qualche minuto e nel frattempo fate bollire l'acqua e cuocete la pasta. Sgusciate le noci e tritatele in un mixer o con il minipimer assieme ai pinoli e all'erba cipollina aggiungendo il sale e parecchio olio. Se il composto risulta troppo denso aggiungete un po' di acqua bollente di cottura della pasta per ammorbidirlo. Scolate la pasta al dente e mantecatela in padella col radicchio e il pesto aggiungendo un po' di pepe e un goccio di latte per amalgamare meglio il tutto. Impiattate con qualche pinolo intero.
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venerdì 28 gennaio 2011

Resoconto delle feste n° 3 - i buoni ricordi


E' passato un mese da Natale ma sto ancora sistemando le foto fatte in quei giorni...mi accorgo sempre tardi di scattare troppo e poi non ho il coraggio di cancellare nulla (i miei hard disk stracolmi sentitamente ringraziano!). Fatto sta che oggi sto ancora qui a raccontarvi dei ricordi buoni che mi porto dietro dalle feste, gastronomicamente parlando. Non posso che iniziare dal simbolo di ogni mio 25 dicembre, sua maestà il cappelletto in brodo di cappone! Mia madre passa serate a prepararne in gran quantità con la scusa che, ops...sono avanzati, e possiamo così mangiarli anche nei giorni successivi. Praticamente il mio pranzo di Natale si riduce "solo" a tre porzioni di questo piatto delizioso dato che per secondo viene portato obbligatoriamente in tavola  il cappone lesso (non si può mica buttare tutta quella carne dopo averci fatto il brodo!) ed io non è che ne vada matta...  poi diciamo pure che preferisco lasciare spazio a panettone e spumante ;-)


Se il cappelletto è un classico, la salama da sugo ferrarese è stata una novità. Portataci in dono da un amico di famiglia, è stata accolta con iniziale scetticismo da quella cuoca marchigianamente old style che è mia madre: "ma cos'è? si mangia così o si deve cucinare? sembra un salame gigante! con cosa si abbinerà? magari la regalo a qualcuno a cui piace..." Alla fine invece è stata costretta a cucinarla perchè il signore che ce l'ha gentilmente regalata si è fermato per la cena e sembrava proprio brutto non provarla assieme. Abbiamo così capito che deve essere ripulita dallo strato di muffa e poi bollita in acqua per 4-8 ore. L'abbiamo servita con le lenticchie al posto del solito grassissimo cotechino e devo dire che il sapore era ottimo.


Riguardo ai dolci invece...beh, ammetto di chiedermi spesso perchè ci si debba privare del piacere di un panettone durante il resto dell'anno.  Fosse per me lo farei produrre sempre! Ne ho mangiati tanti e di tutti i tipi ma il migliore rimane sempre quello classico, niente ripieno al cioccolato o cremine varie ma solo canditi e uvetta (solo canditi sarebbe ancora meglio!). Questa nella foto invece è un'ennesima versione di panettone (sempre rigorosamente artigianale) che ho provato quest'anno: impasto semplice senza uvetta ne altro, abbastanza asciutto e quindi presumo con poco burro, e ricoperto di glassa al cioccolato bianco.

Altro dolce festivo è il pandoro. Sinceramente non mi ha mai entusiasmato: è pesante, burroso, grasso e con lo zucchero a velo che dopo 2 secondi assorbe tutto l'unto e diventa appiccicoso e trasparente. Invece quest'anno mi sono ricreduta grazie ad un regalo: un pandoro artigianale proveniente dalla offelleria Perbellini di Verona...tutta un'altra cosa! Un impasto più asciutto e non così stucchevolmente ultra-dolce...e poi confezionato con semplice carta da pacchi stampata, ripiegata e fermata con un po' di scotch, come farebbe chiunque per impacchettare un regalo.

Ora sfido chiunque ad ammettere che durante le feste non si è strafogato di cioccolata! I lindor rossi sono stati la mia dolce rovina e scommetto che non c'è alcun bisogno di parlarvene. Ormai li conoscono tutti grazie alla loro "irresistibile scioglievolezza"! Una piacevole sorpresa è invece stato il cioccolato fondente della cioccolateria artigiana torinese "Guido Gobino". Se lo trovate provatelo perchè è fantastico! Altra meraviglia sono i cioccolatini ripieni di crema al liquore moretta. La moretta fanese è una miscela in parti uguali di anice, rum e brandy che i vecchi pescatori di Fano abbinavano al caffè per riscaldarsi durante la pesca di altura. Giuro che usata come farcitura di un cioccolatino è goduriosa! Il periodo natalizio non è famoso per i dolci al piatto ma uno meritevole di essere ricordato c'è: è un mix di avanzi  assemblati con originalità che ho provato al ristorante "Una Taverna x Loro" a Loro Piceno. In pratica sono fette di panettone ripiene di semifreddo al torrone e ricoperte di cioccolato fuso....altro che scioglievolezza! ;-)

Passiamo al pezzo da novanta di ogni festa che si rispetti: lo champagne! Fa sempre chic sorseggiarne un pò ma devo dire che questa volta a casa mia si è esagerato. Una cassa intera di Veuve Clicquot, regalataci oltre al Piper e al Moet&Chandon, bevuti anche durante pranzi e cene al posto del vino...si sfiora l'indecenza ;-) Il Clicquot è il mio champagne preferito ed oltre al gusto mi è sempre piaciuta anche la sua storia, che sarebbe poi la storia della famosa vedova (veuve) Clicquot Ponsardin: una ragazza di 27 anni rimasta vedova nei primi dell'800 che decide di prendere in gestione le proprietà del marito diventando una delle prime donne imprenditrici. Produsse il primo champagne millesimato francese e riuscì ad esportarlo per venderlo negli ambienti nobiliari di San Pietroburgo. Inventò la “table de remuage” per rendere lo champagne ancora più limpido e divenne famosa con il soprannome “La Grande Dame de la Champagne”.


Passiamo al vino. Le marche sono famose per il Verdicchio dei castelli di Jesi (bianco) e per la Lacrima di Morro d'Alba (rosso) e io vorrei parlarvi di alcune cantine delle mia zona che li producono in maniera, secondo me, ottima. Iniziamo da quella più vicina a me, sia perchè si trova nel mio stesso paese che perchè i proprietari sono amici di famiglia: la casa vinicola Garofoli. Ho provato quasi tutti i loro vini e i miei preferiti sono il Macrina e il Podium (due tipi di verdicchio fruttato) e il Dorato (un moscato passito leggero e molto aromatico che si abbina meravigliosamente con dolci  e biscotti). Un'altra azienda vinicola meritevole è Moroder , famosa per il suo rosso conero. La cosa bella di questa cantina è che è anche un'agriturismo con un ristorante in un casolare del '700 immerso nella campagna anconetana. Vi consiglio di andarci in estate a cena...mangerete in una terrazza porticata con vista nei campi al tramonto. Per quanto riguarda invece la Lacrima di Morro d'Alba, vi segnalo quella dell'azienda agricola Luciano Landi e quella di Lucchetti. La lacrima è un vino rosso profumato, molto fruttato e di colore scuro, quasi violaceo che va benissimo con  i salumi tipici marchigiani come il ciauscolo e con i sughi di carne.

Un' altro bel ricordo è la cioccolata calda con panna e pasticcini della pasticceria Angelo ad Ascoli Piceno. Ti servono la panna a parte in un calice in modo da scegliere tu la quantità giusta per la tua cioccolata (io da golosissima l'ho usata tutta!) e hanno una grande scelta di mignon tra cui quelli alla crema di burro decorati in molti modi diversi (un po' troppo dolci ma mooooolto carini).

  
Ho anche altri bei ricordi, non legati al cibo, grazie a dei piccoli momenti speciali come una camminata in campagna al freddo, un bel camino caldo, una bambina con le stelline di capodanno che mi ha fatto ripensare a quando ero piccola e un cagnolino dolce incontrato durante una passeggiata. Questo era l'ultimo dei miei resoconti festivi (era anche ora direte voi) e dal prossimo post ricomincerò con le ricette!


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mercoledì 19 gennaio 2011

Resoconto delle feste n° 2 - la ricotta salata di Castelluccio




















Trovare tempo da dedicare al blog mentre si cerca alquanto disperatamente un lavoro, anche un lavoro qualsiasi come cameriera o commessa per riuscire a pagare affitto e bollette, è difficile, e anche se mi ero ripromessa di pubblicare almeno due post a settimana, mi ritrovo a scrivere a distanza di 7 giorni dall'ultima volta. Dato che il blog per me è un'esperienza piacevole e un modo per fare ciò che mi piace, lasciamo perdere possibili discorsi brutti e penosi sul mondo del lavoro per i giovani d'oggi e sulla crisi che non se n'è affatto andata, e parliamo di una cosa moooooooolto buona che per me è diventata motivo di un appuntamento fisso (anche durante le feste di natale) con un paesino meraviglioso al confine tra marche e umbria: la ricotta salata di Castelluccio di Norcia.


Castelluccio si trova in cima all'unica collina che si eleva su uno sconfinato altopiano del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e si trova a ridosso del monte Vettore. Trovandosi a 1.500m di altezza è il centro abitato più elevato degli Appennini ma ha solo 150 residenti, o almeno così dicono...in realtà devo dire che ogni volta che ci vado vedo pochissime persone del luogo (venditori, contadini, pastori e alcune vecchiette) e molte case  con finestre chiuse e sbarrate, il che mi fa pensare che in relatà ci abiti meno gente di quella dichiarata. La strada per arrivare fin lassù è bella e panoramica ma non ti risparmia una serie di curve in salita che sono la passione di molti motociclisti. In questo periodo invernale più sali di quota e più aumenta la neve e quando ti ritrovi al valico puoi vedere da un lato il panorama della vallata da cui sei partito e dall'altro lo stupendo altopiano quasi interamente coltivato a lenticchie. 


In paese c'è una sola piazzetta con due negozi di alimentari che si fanno concorrenza vendendo i prodotti dei contadini e dei pastori dell'altopiano e anche altri prodotti tipicamente umbri come salami di cinghiale e tartufo. Inutile dire che principalmente vendono lenticchie e formaggi tra cui la mia amata ricotta salata.


La ricotta salata è prodotta con latte intero di pecora e ricoperta con della crusca per mantenerla asciutta. Il procedimento per farla crescere nel modo più secco possibile è talmente particolare che deve essere fatto per forza artigianalmente. A seconda del tempo di stagionatura si avrà una ricotta più morbida e spalmabile (pochi mesi) o talmente dura da poter essere grattugiata (più di un anno). Ha un sapore di per sè molto forte e salato quindi se prendete quella con un anno di stagionatura sappiate che il sapore sarà verameeeeente forte! Io ne sono così innamorata che arrivo spesso ad usarla sulla pasta al posto del parmigiano! Per chi fosse interessato a provare questa delizia ma non può proprio andare a prendersela di persona perchè magari che ne so, vive a Cagliari, vi segnalo che uno dei due alimentari di cui vi parlavo prima ha un bellissimo sito web in cui potete acquistare vari prodotti locali. L'unico problema è che formaggi e salumi hanno un peso notevole e quindi dovrete farvi carico anche delle spese di spedizione oltre al prezzo del prodotto. Avrei voluto linkare anche il sito del secondo alimentari del paese tanto per non essere di parte e mantenere la concorrenza ma non sono riuscita a trovarlo (forse non ha una proprio una pagina web!).


Dopo gli acquisti sono andata a fare un giro nell'altopiano per vedere le bufale che pascolano libere in questo spazio enorme e per fare qualche altra foto. Il tempo non era dei migliori, il cielo era scurissimo e la neve iniziava a cadere sempre più fitta ma questo non ha minimamente oscurato il fascino del luogo, anzi! Ho la fortuna di averlo visto in ogni stagione ed è sempre sorprendente, sia completamente bianco e ricoperto di neve che con i campi appena arati, sia quando tutto si colora uniformemente di marrone e le vecchiette puliscono la lenticchia sui bordi della strada che nel periodo della fioritura dove tutto diventa prima giallo, poi rosso e infine viola!


Durante quest'ultima visita ho anche avuto la fortuna di vedere un fenomeno particolare. Nei giorni precedenti aveva piovuto molto e nei campi si era depositata talmente tanta acqua da formare una sorta di piccolo laghetto melmoso che con il freddo si è congelato.


E' bastato questo, un po' di nebbia, e dei fiocchi di bianchi per trasformare l'altopiano in un pasaggio nordico, quasi islandese. Giusto il tempo di fare qualche altra (ennesima) foto per poi scappare via con la paura che il valico diventasse difficilmente praticabile per colpa della neve.


Vi saluto con la foto di una bambina che si divertiva arrampicandosi e scivolando giù dalla cima di un grande cumulo di neve raccolta per liberare la piazza del paese.


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mercoledì 12 gennaio 2011

Resoconto delle feste n° 1 - regali di Natale



Finalmente sono tornata a Roma! Mi mancava proprio la città e il sentirmi libera di girare in pigiama per casa senza paura che qualcuno suoni alla porta per portare auguri e doni. Sono anche felicissima di essere tornata in possesso del mio caro computer e la febbre, che ho appena preso, mi obbligherà a non uscire di casa e  passare  molte ore davanti al pc. Nei prossimi post, come vi avevo promesso, farò un resoconto di queste ultime due settimane passate nelle Marche mentre ora vi mostro i piccoli regali che ho preparato (in fretta e furia il 22 e il 23 dicembre) per le persone con cui ho passato la sera di Natale. Per decidere mi sono fatta ispirare dal bellissimo libro di Sigrid Verbert "Regali golosi" e ho scelto un paio di cosine veloci veloci apportando alcune modifiche a seconda degli ingredienti che avevo in casa. Innanzitutto mi sono divertita realizzando cinque tipi di sale aromatizzato: agli agrumi, alla rosa, alla lavanda, al ginepro e alla menta.


Sale alla lavanda - conservavo da quest'estate alcuni rametti di lavanda raccolti, passeggiando dalle parti del Conero, col proposito di utilizzarli per un risotto che alla fine non è mai stato fatto (in futuro provvederò!). E allora perchè non usarli ora per profumare un po' di sale? Provatelo nelle insalate!


Sale alla rosa - che ci crediate o no mi avanzavano da un paio i mesi dei boccioli di rosa secchi in dispensa...erano stati uno dei tanti acquisti al bazar delle spezie di Istanbul e finora li avevo utilizzati solo per fare degli infusi. E' buono per condire i pesci bianchi.


Sale agli agrumi - per dare un tono in più basta aggiungere un po' di timo alla scorza grattugiata di un'arancia e di un limone. Ottimo con il pesce grigliato e i crostacei.


Sale al ginepro - il ginepro fa parte di quelle spezie che non mancano mai in cucina perchè sta tanto bene con la carne quindi usate questo sale per condire carne di coniglio e cacciagione.


Sale alla menta - mi sarebbe piaciuto utilizzare delle foglie di menta fresca ma purtroppo la mia piantina sta cercando di riprendersi dopo un attacco di insettini minuscoli e cattivissimi che l'hanno ridotta all'osso quindi, per non influire prelevando foglie, ho preferito utilizzare la menta secca. La menta è divina con le melanzane e con i carciofi.
Questi consigli di utilizzo sono, per l'appunto, solo consigli perchè con i sali è bello divertirsi e provare e si possono sempre scoprire nuovi abbinamenti!

Ingredienti :
  • 300gr di sale marino fino (io ho preso quello di Trapani perchè il sale siciliano è ottimo!)
  • un cucchiaio di fiori di lavanda essiccati per il sale alla lavanda
  • una manciata di boccioli di rosa essiccati per il sale alla rosa (comprare quelli ad uso alimentare)
  • la scorza di un limone, la scorza di un'arancia e mezzo cucchiaino di timo per il sale agli agrumi
  • un cucchiaino di bacche di ginepro per il sale al ginepro
  • un cucchiaino di foglie di menta essiccate o fresche per il sale alla menta
Procedimento :
Frullate il sale assieme agli aromi in modo da avere un trito molto sottile e amalgamato. Per il sale alla rosa abbiate l'accortezza di eliminare la parte verde e dura dei boccioli utilizzando solo i petali. Per il sale agli agrumi prelevate le scorza con una grattugia e dopo aver frullato il sale lasciatelo asciugare all'aria per un giorno. Lasciate asciugare anche il sale alla menta se avete utilizzato della menta fresca. In generale se usate ingredienti essiccati il sale è pronto già da subito mentre se usate ingredienti freschi è bene lasciarlo asciugare per togliere tutta l'acqua e l'umidità.



Come secondo regalo ho pensato ai mendiants, dei cioccolatini semplici semplici con la frutta secca. Prepararli è di una facilità disarmante...ci vuole solo un po' di pazienza e qualche accortezza. Si può usare qualsiasi tipo di frutta, io come al solito li ho fatti con quella che avevo in casa : mandorle, pinoli, noci, cranberries, banana, melone, ananas e papaya. Vi consiglio caldamente di utilizzare ingredienti buoni, soprattuto il cioccolato. Ve lo dico perchè, di fretta come al solito, mi sono dovuta accontentare del cioccolato che ho trovato al supermercato sotto casa mentre se avessi comprato un cioccolato di qualità superiore il risultato sarebbe stato sicuramente migliore..questo era troppo dolce, almeno per i miei gusti!


Dosi per una trentina di mediants     Difficoltà : facile     Tempo : 30 min
Ingredienti :
  • 300gr di cioccolato a scelta tra fondente, al latte o bianco (io ho usato quello al latte)
  • frutta secca mista
Procedimento :
Fate sciogliere il cioccolato a bagnomaria rendendolo cremoso. Con un cucchiaino far colare un po' di cioccolato sopra un foglio di carta da forno da circa 10cm di altezza senza muovere la mano...il cioccolato si espanderà da solo a cerchio. Aggiungete sopra i pezzetti di frutta secca e lasciate indurire a temperatura ambiente.


Come terzo regalo ho pensato agli alchechengi al cioccolato. Ho conosciuto queste bacche ad Istanbul (sempre al bazar delle spezie) e me ne sono innamorata. Appena tornata dal viaggio mi sono informata e dopo varie ricerche su internet ho capito che la pianta da cui nascono questi frutti (Physalis), qui da noi viene coltivata più che altro per scopo decorativo e che gli alchechengi sono ricchissimi di vitamina c (ne hanno in quatità doppia rispetto ad un limone). E' più facile trovarli nel nord d'Italia che al sud ed oltre ad essere buoni e salutari sono anche belli perchè si presentano come un calice di foglie chiuse da aprire per scoprire la bacca che può essere verde, gialla o arancione a senconda del tipo di physalis.


 Difficoltà : facilissima     Tempo : 10 min
Ingredienti :
  • cioccolato fondente o al latte
  • alchechengi
          Procedimento :                                                                                      
Fate sciogliere il cioccolato  a bagnomaria e nel frattempo aprite gli alchechengi piegando le foglie verso l’alto. Lavate la bacca facendo attenzione a non bagnare le foglie ed asciugate bene. Immergete gli alchechengi nel cioccolato fuso tenendoli dalle foglie e lasciate raffreddare su una gratella o su un foglio di carta da forno.



Per finire ho impacchettato tutto in bustine e scatole di carta e bamboo aggiungendo anche degli alchechengi semplici perchè, per chi non li conosce, sono comunque una novità buonissima da provare al naturale!



Con i mendiants partecipo al contest di Natale di About food

about food

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