La settimana scorsa qui a Roma c'è stata una super infilata di eventi mangerecci:
- Atelier della pasta (tutto dedicato alle Marche) allo Sheraton Hotel
- Oli d'Italia 2013 al Gambero Rosso
- Food & wine Festival da Eataly
Al primo evento non potevo non andare, sono di casa e poi c'era Errico Recanati, lo chef stellato michelin del ristornate Andreina, del mio stesso paese. La serata organizzata da Carlo Vischi era incentrata sulla pasta all'uovo di Campofilone di Vincenzo Spinosi interpretata in tre piatti diversi preparati rispettivamente da Errico Recanati, da Spinosi stesso e da Donato Savino (chef dello Sheraton Roma). I piatti sono stati cucinati tutti davanti ai nostri occhi a velocità impressionante, senza sosta e in enormi quantità. Io da sola mi sono fatta fuori qualcosa come 5-6 piatti quindi potete immaginare... Errico Recanati ha proposto la pasta Spinosi condita con pollo in potacchio, una ricetta tipica marchigiana con aglio olio e rosmarino (foto sopra).
Savino ha pensato ad una gricia con crema di fave ripassata nella forma di pecorino romano mentre Spinosi ha proposto i suoi sottilissimi spinosini con prosciutto crudo e limone. Mi sono sembrati fantastici tutti e 3 ma devo dire che quello più mi ha sorpreso è stato proprio il piatto di Spinosi. Sono sincera, all'inizio era quello che mi ispirava meno, colpa forse anche del modo in cui il pastaio in questione ha presentato se stesso e i suoi prodotti. Cappellino all'americana con il proprio nome scritto sopra, packaging della pasta con la sua faccia accompagnata dal suddetto cappellino autocelebrativo stampata in ogni dove, elenco delle città del mondo nelle quali vengono venduti i suoi prodotti anche quelli stampati in grande sulle confezioni e il tutto tradotto in varie lingue. A vederlo sembrava più un prodotto attira stranieri che altro invece la sua pasta è davvero di altissima qualità e mi sono dispiaciuta, da marchigiana, di non averla conosciuta prima.
Essendo una serata a tema Marche erano presenti altri produttoti marchigiani ad allietare i nostri palati: Sigi (che conoscevo ed apprezzavo già) con il suo vino di visciole e la confettura di pomodori verdi che Errico Recanati ha aggiunto alla pasta col pollo in potacchio, i vini di Vigneti Vallorani che avevo avuto il piacere di conoscere durante l'Eating Piceno tour e la birra artiginale Collesi.
Vincenzo Spinosi ha gentilmente svelato anche la ricetta dei suoi spinosini al prosciutto e limone, che rimangono perfetti e al dente nonostante siano così sottili.
Ingredienti per 4 persone:
250 gr di Spinosini- 80 gr di prosciutto crudo (3 fette)
- 40 gr di parmigiano reggiano grattugiato
- 70 gr di olio evo (8 cucchiai)
- 4 gr di buccia di limone grattugiato
- 150 ml di acqua di cottura (1 mestolo)
- 15 g di prezzemolo tritato
Procedimento :
Versate l’olio in una padella grande che possa contenere tutta la pasta e aggiungete il prosciutto precedentemente tagliato a striscioline. Nel frattempo cuocete gli Spinosini in acqua bollente salata per 2 minuti e mezzo. Versateli nella padella aggiungendo 150 ml di acqua di cottura e lasciate cuocere per un altro minuto. Togliete la padella dal fuoco e aggiungete il parmigiano grattugiato e la scorza di limone. Servite con il prezzemolo tritato.
Il giorno seguente invece sono andata alla degustazione degli oli d'Italia 2013 scelti e premiati dalla guida del Gambero Rosso. Prima è sempre la Toscana con moltissimi oli di qualità, secondo per numero il Lazio, seguito da Puglia e Sicilia.
Durante la serata è stata servita una pasta aglio e olio (ovviamente direi!) arricchita da fili di peperoncino e un piatto con:
- zuppa fredda di ceci di Onano all'olio e rosmarino
- parmigiana di melanzane fredda al bicchiere
- mousse di patate all'olio e baccalà mantecato
- nuggets di pollo ruspante e maionese all'olio evo
- ricotta e mozzarella di bufala del caseificio Barlotti
Tra i tanti oli ho provato e apprezzato particolarmente l'olio Bardi dell'azienda agricola Carraia in provincia di Siena, dal gusto che ricordava la mandorla, moribido all'inzio e leggermente amaro alla fine. Anche Giulia Scarpaleggia nel suo libro dedicato alla Toscana parla di quest'olio e il produttore esponeva orgogolioso una copia del libro tenuto aperto proprio sulle pagine contententi le foto dei suoi ulivi. Poi ho voluto assaggiare quello di Libera Terra, che fa fruttare i territori confiscati alla mafia coltivandoli e realizzando prodotti di ottima qualità.
Infine mi sono dedicata alla mia regione assaggiando il monocultivar di Ascolana Tenera (l'oliva con la quale si fanno le famose olive fritte all'ascolana) della Tenuta 100 Torri, fresco e leggermente piccante, e gli oli di Mosconi, tra i quali il monocultivar raggiola Risveglio (amaro e piccante) che ha vinto il premio come world best olive oil alla competizione internazionale di New York.
Uno dei produttori toscani presenti che produce anche vino oltre all'olio ha portato in degustazione un suo rosso. L'ho provato incuriosita e ne sono rimansta affascinata: è il Fontanalloro di Felsina, un sangiovese molto aromatico e profumato. A fine evento ho fatto un salto alla gelateria Vice di viale Marconi (proprio dietro la sede del Gambero Rosso) che ho da poco scoperto essere gestita da Chiara, una nuova amica blogger e da suo marito. Vice è una delle gelaterie che preferisco in assoluto a Roma così ho sfruttato l'occasione per salutarla e per prendere una coppetta meravigliosa con mandarino tardivo di Ciaculli e zenzero, gusti consigliati da lei per pulire la bocca dopo le degustazioni d'olio.
Ultimo evento della serie è stato il Roma Food & Wine festival durante il quale alcune aziende vinicole hanno fatto degustare i loro vini mentre dei grandi chef italiani hanno preparato dei piatti scelti ad hoc. L'evento è durato 3 giorni ma io sono potuta andare solo al primo. Ho così avuto modo di provare il baccalà in olio cottura con rosa, salsa di cardamomo, topinambur e finocchio di Moreno Cedroni, una delizia delicatissima e dai sapori armoniosi. Il baccalà di solito ha un sapore forte invece in questo caso, grazie al tipo di cottura scelta, non sovrastava ne la rosa nè la leggera salsa di cardamomo.
Se gli chef si alternavano durante i vari orari delle giornate, Luca Montersino con la sua tavolata di dolci era invece una presenza fissa, facendo sbavare chiunque passasse lì davanti. Le aziende vinicole presenti erano una cinquantina, molte delle quali hanno i propri vini in vendita nel piano sottostante di Eataly. Ho assaggiato un po' qua e là ma non ho trovato niente di nuovo che mi attirasse particolarmente così alla fine mi sono fermata su una vecchia conoscenza, il Cartizze di Villa Sandi, un valdobbiadene superiore che mi piace molto per via del suo essere fresco, secco ma comunque in qualche modo morbido e delicato, e per via del suo profumo floreale e agrumato.
E adesso facciamo basta con lo stare sempre in giro invitata ad eventi a mangiare e bere? Si, con gli eventi food mi fermo, ma non credete che me ne stia a casa a cucinare. Domani vado Cannes, una persona di mia conoscenza che ogni tanto gira per casa, in quest'ultimo anno ha realizzato un documentario che è stato selezionato per lo Short Film Corner del Festival di Cannes, quindi... si parte!