La mia amata reflex ha deciso di lasciarmi. Un giorno non si è più accesa, provocandomi un mezzo infarto, poi l'assistenza ha certificato la sua morte cerebrale. Questi del viaggio in Svizzera sono gli ultimi scatti che mi ha concesso. Trovo sia stato molto bello da parte sua aver resistito per tutto il viaggio e aver gettato la spugna solo una volta arrivate a casa, come a dire: "dopo aver visto queste meraviglie, passo e chiudo". Con questo post la saluto, la ringrazio per tutte le soddisfazioni che mi ha dato e per tutte le volte che ha accettato di essere stressata e tirata al massimo delle sue possibilità. Spero di presentarvi presto colei che le succederà ma devo prima risolvere un problemino di spicci ;) Nel frattempo utilizzo un'altra signorina che mi viene gentilmente prestata all'occorrenza ma con la quale non vado troppo d'accordo. Niente di che in realtà, solo che sono un po' fissata con i colori e su questo non ci piacciamo l'un l'altra. Ora è meglio che la finisca qua ed inizi a raccontarvi del viaggio se no mi intristisco di nuovo :(
Il Grand Hotel Kronenhof di Pontresina, un paesino a 5 minuti da St. Moritz, mi aveva invitato ad una tre giorni gourmet per scoprire l'eccellenza culinaria dell'Engadina. Il programma del viaggio stampa era davvero fantastico e l'idea di starmene un po' al fresco a 2000 m di altezza mentre qua a Roma si stava sui 34° non mi dispiaceva affatto. Le premesse erano queste: hotel 5 stelle con spa, cena in ristorante stellato Michelin, giro in mountain bike per boschi, escursione al ghiacciaio, degustazione di vini locali e visita ad una malga di alta quota per vedere come si realizzano i famosi formaggi svizzeri. Potevo non andare?
Cercando su internet il modo più comodo per arrivare lassù, scopro l'esistenza del rinomato trenino rosso del Bernina. Non ne avevo mai sentito parlare prima e mi sono ritrovata a vergognarmi pesantemente di questa mancanza. E' uno dei treni "mito", alla stregua dell'Orient Express e della Transiberiana, e la ferrovia su cui corre è addirittura patrimonio mondiale dell'Unesco. Questo perchè in Europa sono i binari che arrivano più ad alta quota (2253 m) passando per boschi, laghi, ghiacciai, ponti ad archi, salite a tornanti e panorami mozzafiato. Con un percorso così difficile è anche normale che impieghi ben 2 ore e mezzo per andare da Tirano a St. Mortiz ad una velocità alquanto ridotta, ma vi assicuro che ne vale la pena. Così, dopo 3 ore di Roma-Milano con aria condizionata in modalità congelatore, e altre due e mezzo di Milano-Tirano in modalità forno, salgo sul trenino rosso, bello, pulitissimo, puntualissimo, modernissimo dentro e un po' retrò fuori, e con una temperatura interna perfetta (passi il confine italiano di due metri e già senti tutta la differenza). Questo gioiello viaggia a quelle altitudini anche in pieno inverno, tutti i giorni senza problemi, perchè ha un meccanismo davanti alla motrice che funge direttamente da spazzaneve (pensate che spettacolo dev'essere farsi il viaggio quando è tutto imbiancato). Le carrozze sono piccoline e a chi viaggia in gruppo ne riservano alcune apposite... il che vuol dire che mi son fatta il viaggio in una completamente vuota, libera di spostarmi da un finestrino all'altro per fare tutte le foto che volevo :) I tavolini sono incorporati di mappa con indicate le fermate e i punti più panoramici (che vengono comunque annunciati in varie lingue) e alcune stazioni sono solo degli stop in mezzo ai boschi da cui partire per trekking o giri in bici.
All'inizio sembra di stare in un percorso per trenini da modellismo. I binari collocati direttamente sulla sede stradale passano dentro ai paesi, sfiorano le case e incrociano stradine senza passaggio a livello. Il treno va così piano che alle auto sono sufficienti i triangolini del dare precedenza disegnati a terra. Poi si passa per il famoso viadotto elicoidale di Brusio, un ponte che sale a spirale permettendo di superare trenta metri di dislivello in poco spazio. Si affianca il romantico lago di Poschiavo e si prende quota tra i boschi grazie ad una serie di tornanti strettissimi che offrono dei panorami sempre più ampi della vallata appena percorsa.
Superati dirupi e boschi ti si apre davanti il superbo Piz Palü, un ghiacciaio con relative cascate che alimenta un lago a fondo valle. E' un panorama da sogno, una di quelle cose che finchè non lo vedi pensi che possa solo essere immaginato e dipinto da qualche pittore dell'800.
Solo una (fortunatissima) casetta in tutta la valle, per il resto nient'altro che acqua, roccia, ghiaccio e abeti ovunque.
Superata questa meraviglia ci si affianca al lago Bianco, che in questo periodo era un po' in secca e più sul marroncino che sul bianco, ma che ho trovato comunque splendido e surreale. Qui sono scesi quasi tutti, muniti di scarponcini o bici, avviandosi per suggestivi sentieri spogli e rocciosi.
Poi si arriva al Passo Bernina, il punto più alto raggiunto dal treno. Si oltrepassano ponti coperti in legno e ci si avvicina al ghiacciaio Monteratsch e al gruppo del Bernina. Da qui in poi inizia la discesa, si affiancano strade più che altro frequentate da motociclisti, e si arriva a Pontresina.
Alla stazione c'è uno degli autisti dell'hotel ad aspettare, sopra quattro ruote decisamente molto eleganti, spaziose e munite di vetri oscurati... forse aspettano anche dei vip? Ehm... no, e spero che il mio non essere abituata a certi tipi di attenzioni e trattamenti non sia stato così evidente (mi sentivo un po' una "peracottara" fuori posto) ;)
Arrivati all'ingresso principale dell'hotel rimango a bocca aperta. Un grandissimo palazzo di fine '800 classificato addirittura come monumento storico, elegante senza essere pomposo, dalle linee sobrie e pulite... vedere spesso le facciate degli albergoni di Roma, quasi tutti così barocchi, mi ha fatto apprezzare davvero tanto questa raffinatezza svizzera.
Il retro dell'hotel non è assolutamente da meno. L'antico edificio con vista sulle Alpi, l'edificio nuovo sottostante adibito a Spa con piscina vetrata panoramica, parco per prendere il sole che d'inverno diventa pista da pattinaggio, pavillion esterno in legno adibito a ristorante per snack e brunch... e un panorama a 180°. Dal salone centrale dell'hotel si gode di una particolare vista diretta sul ghiacciaio Monteratsch (la prima foto del post è proprio di quell'angolo del salone).
Una delle gentilissime ragazze della reception apre la porta della stanza e inizia ad illustrare tutti i dettagli... la seguo e non la seguo, nel senso che sono imbambolata come una scema ad ammirare il calore del legno, i toni neutri e la grandezza degli spazi. Se ne accorge subito e dice "è una suite de luxe, ci sono molte funzioni... ma volendo ci si può anche divertire a scoprirle da soli". "No no, le illustri pure che qua dentro potrei perdermi" tutto questo in un inglese imbambolato come me. E riparte dall'ingresso, con il guardaroba e tutti gli accessori per i vestiti e le scarpe, si sposta al salottino, apre la porta finestra e illustra il giardino con le sdraie, mostra i meccanismi elettrici per le tende, le serrande e le finestre, il collegamento internet e la wi-fi (che non ho usato perchè quando viaggio preferisco staccare) il frigo bar, il mega schermo (che pure non ho usato per via di una naturale repulsione alla tv) e altre cose di cui non ho più memoria causa ritorno del suddetto imbambolamento. Sono rimasta impressionata dal letto enorme e morbido per via dei piumoni (gli alberghi alpini hanno tutti questi piumini sofficissimi e leggeri), dalla scelta di arredare la stanza con fotografie bellissime di quelle zone risalenti ai primi del '900, e dalla zona letto con pareti e soffitto in legno pregiato che donano calore e relax.
Una stanza come questa, di un valore a 4 cifre per notte, in Italia sarebbe stata riempita di decori, vasi, capitelli, ori e suppellettili varie mentre qui hanno scelto il legno, la semplicità estetica, dando però grandissima attenzione alla funzionalità, ai dettagli e ai servizi, e ritengo sia questo a fare davvero la differenza. Stanza pulita e rifatta 3 volte al giorno, con letto preparato in 3 modi diversi la mattina, il pomeriggio e la sera a seconda se si vuole usarlo con più cuscini per riposare, oppure senza copriletto e con i piumoni per la notte. Vestiti ripiegati e riposti ogni volta (io gli avrò dato un gran da fare dato che sono una delle massime esperte nel lancio delle magliette in giro per la stanza), scrivania con il necessario (e oltre) per scrivere, controllo di tutte le luci da un'unico punto, biglietto di benvenuto personale scritto a mano con penna stilografica, acqua e frutta fresca in stanza sempre a disposizione...
... e poi il bagno in marmo, con la zona della vasca (enorme) e dei lavandini divisa dal resto, a cui si accede da un'altra porta. C'era anche una doccia in vetro con scelta tra getto d'acqua a pioggia dal soffitto oppure normale e con manopola che consentiva di regolare la temperatura dell'acqua scegliendo i gradi (37° fisso per me please!) ;) Ovviamente io mi ero portata da casa latte detergente, spazzolino, cotone struccante, dentifricio, burrocacao ecc.. ma mi sono solo accollata del peso inutile. Qui offrono tutto, e tutto de L'Occitane per giunta! E poi il tocco di classe dello specchio ingranditore con neon circolare per truccarsi (responsabile di avermi fatto scoprire crateri fino a quel momento sconosciuti nella mia faccia) e il miele da bagno alla rosa con i sali per una vasca da re.
Per adesso direi che ho scritto abbastanza. Nella seconda parte vi mostrerò tutti i saloni dell'hotel e vi parlerò della cena (d'altronde era un viaggio gourmet).