Il riso in polenta è un
piatto tipico della cucina contadina marchigiana, diffuso in particolare nella provincia di Macerata, e realizzato
con farina, riso e acqua. Viene chiamato in modi diversi a seconda dei paesi: nel mio si dice "riso corco", andando verso l'interno della regione la parola si chiude trasformandosi in "corgo" e poi in "curgo" mentre vicino al mare sono soliti chiamarlo "frascarelli" (non chiedetemi perchè). La tradizione vuole che sia condito con un sugo di salsiccia e prosciutto aromatizzato da un po' di maggiorana, ma in realtà potete condirlo come volete, anche in bianco solo con olio e salsiccia, esattamente come per la polenta. Questo sugo in realtà si addice meglio all'inverno, in estate potete farne uno veloce con pomodorini freschi e prosciutto. Questo nelle foto lo ha cucinato mia madre, perchè sa che mi piace e quando torno nelle marche a volte me lo prepara. Non è difficile da fare, ci vuole solo pazienza e attenzione a non formare grumi quando si aggiunge la farina al riso. Alla fine deve avere la consistenza di una polenta un po' liquida.
Dosi per : 3 Difficoltà : media Tempo : 25 min + tempo di cottura del sugo
Ingredienti :
200 gr di riso carnaroli- 1,5 l d'acqua
- 50 gr di farina
- 1 salsiccia
- qualche tocchetto di prosciutto crudo
- 500 gr di passata di pomodoro
- olio
- cipolla
- sale
- maggiorana
Procedimento :
Preparate il sugo con la salsiccia tagliata a pezzettini, la cipolla, il prosciutto crudo e l'olio. A metà cottura aggiungete la maggiorana e lasciate cuocere a fuoco basso. In una pentola salate l'acqua e portatela ad ebollizione. Versate il riso e lasciatelo cuocere fino a metà cottura. A questo punto aggiungete un po' alla volta la farina setacciata girando il riso di continuo con un mestolo di legno, un po' più energicamente di come fareste per preparare la crema pasticciera. Versate il riso in un piatto piano facendolo allargare fino al bordo (come per la polenta) e versateci sopra il sugo, aggiungendo del parmigiano reggiano.
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che buono!!!!anche se c'è caldissimo ne assaggerei volentieri un pò :D
RispondiEliminainfatti ad Ancona si chiamano frascarelli o frescarelli... mio padre ne va matto!Mi ricordo che tornava da casa di nonna con dei vassoi fumanti e un sorriso che andava da un'orecchia all'altra!!!
RispondiEliminaIo però non son mai riuscita a mangiarli...li finiva tutti lui ;))) Adesso che ho la ricetta DOC me li faccio SOLO per me :D (dài, ok, ne faccio due piatti...così condividiamo da brava famigliola felice!)
Allora sei delle mie parti anche tu! ;) Poi fammi sapere com'è venuto.
Eliminauh! e io che non conoscevo neanche l' esistenza di questo piatto...
RispondiEliminami piace mi piace mi piaceeeeeee ogni volta di più leggerti :O)
ma è normale non conoscere tutti i piatti regionali che ci sono in Italia, sono così tanti!. Comunque grazie davvero per l'entusiasmo!! ;)
EliminaLi chiamano frascarelli perchè una volta si facevano con la sola farina e dei "ciccietti" ricavati da acqua spruzzata con una frasca (da qui frascarelli) e poi lavorati con le mani. Versati nella farina rimanevano + duri rispetto alla polentina perchè pressati.
RispondiEliminaSono marchigiana pure io, ne vado matta. E se ne avanza un pò scondito ci ricavo le frittelle aggiungendo altra farina e friggendo in abbondante olio. Una spolverata di zucchero (non quello a velo) e sono pronti per la merenda.
ma grazie!! mi hai tolto una curiosità ;) proverò anche le tue frittelle dolci allora
Eliminamarchigiana e bloggallina anche io, mi diverto a leggerti su fb...! mi sono innamorata di questo piatto per la storia che c'è dietro e l'ho rifatto per un fuori concorso del contest delle bloggalline
RispondiEliminagrazie per avermi fatto conoscere una straordinaria ricetta di altri tempi...
ciao
Silvia